Questo è un momento paradossale per il mondo dei media: nonostante si registri una grande audience televisiva e un gran numero di lettori di siti di news, gli investimenti pubblicitari continuano a precipitare. Vi è però un’eccezione per i formati pubblicitari digitali: sono quelli meno colpiti in quanto “beneficiano di una crescita organica legata all’esplosione dell’e-commerce”. Gli investimenti sulla radio sono previsti in diminuzione, mentre la stampa sembra essere il media più pesantemente colpito dalla crisi.
In questo contesto, i media si stanno dunque mobilitando e reinventando (adattando contenuti, creando newsletter specifiche, live media, concorsi, consigli pratici, interattività, ecc…). Si registra un trend in aumento per i media digitali, con un aumento del 70% della navigazione sul web; vi sono poi alcuni risvolti vantaggiosi anche per la stampa, che vede maggiore traffico sui propri siti, con un potenziale aumento degli abbonamenti digitali.
Nell’ecosistema dei media e della comunicazione, il monitoraggio e l’analisi dei media – che ci permettono di misurare l’impatto mediatico – sono ancora molto necessari, dopo il lancio di una campagna. La crisi da Covid-19 ha addirittura accelerato tre tendenze nel settore del monitoraggio media:
- Comunicazione di crisi e monitoraggio in tempo reale. Molti brand e istituzioni stanno lavorando sulla comunicazione di crisi. La pandemia da Covid-19 ha sottolineato la necessità che i servizi di monitoraggio siano più reattivi e proattivi. Quando i metodi e i processi di lavoro delle aziende vengono interrotti dal lavoro in remoto, rispondere rapidamente alle esigenze quotidiane del cliente finale è diventato una sfida. Attenersi alle informazioni in tempo reale, in particolare ai notiziari televisivi e radiofonici, diventa così un requisito fondamentale per il monitoraggio dei media in tempo di crisi, come lo è anche il rilevamento dei rischi mediatici.
- Gestione delle fake news. Onclusive ha evidenziato quale fosse l’impatto delle fake news sui brand. In un momento di crisi, il rischio di fake news e di brand bashing è maggiore che in tempi normali, anche se solo l’11% degli intervistati dichiara di attingere notizie e informazioni dai social network durante l’attuale crisi. Una persona su due ha invece affermato che il modo migliore per rimanere informati è ancora attraverso i media nazionali. Questo 11% rimane comunque una percentuale da tenere in considerazione, poiché si tratta di un debole segnale che talvolta può generare ripercussioni a livello nazionale.
- Il monitoraggio social e dei media tradizionali. Naturalmente i social media, guidati da Twitter, rimangono importanti. Inoltre, stiamo assistendo a un veloce aumento dei nuovi strumenti di comunicazione digitali, come i podcast. Il pubblico è alla ricerca soprattutto di notizie cosiddette “verticali”, che siano state convalidate e riconosciute da veri giornalisti ed esperti. In un momento di crisi, siamo sorpresi di vedere questo rinnovato interesse per i media tradizionali, che una persona su due considera “una fonte affidabile e credibile” – anche più delle informazioni governative. Il monitoraggio social mantiene così la sua posizione e rimane importante, ma il monitoraggio dei media tradizionali rimane un fattore determinante nella valutazione delle campagne di comunicazione.
A queste tendenze, possiamo aggiungere tre consigli per questo periodo di crisi:
- Rimani in contatto! Ora che l’inizio della crisi è alle nostre spalle, stiamo gradualmente iniziando ad adattarci al nuovo ambiente di lavoro. Tuttavia, rimanere in contatto con giornalisti e influencer è essenziale per le tue campagne di comunicazione. La crisi è un’opportunità per rinnovare questi legami che sono vitali per la tua attività professionale.
- Ridefinisci il tuo ambito di monitoraggio! La tua comunicazione sta cambiando a causa della crisi? Ridefinisci le tue esigenze di monitoraggio e riconsidera gli argomenti e i temi da monitorare, riadattandoli se necessario. Come risultato di questa ridefinizione, anche le tue priorità e i tuoi obiettivi di monitoraggio dovrebbero evolvere nel breve, medio o lungo termine.
- Rivaluta la tempistica del tuo impatto mediatico e del rumore! La crisi sta modificando le tempistiche delle tue attività di comunicazione? McKinsey prevede che l’economia attraverserà quattro fasi nei prossimi mesi: l’incertezza dell’inizio della crisi (Q1/Q2) l’urgenza della crisi (Q2), una breve recessione (Q3) e il ritorno della crescita (Q4). Sta a te quindi adattare le attività di comunicazione di conseguenza. Anticipare ti darà più di un semplice vantaggio.